Lo psicologo a fianco del bambino

Come funziona la psicoterapia con i bambini


Nel corso della mia esperienza e formazione professionale mi sono occupata spesso del benessere dei bambini, argomento che mi sta molto a cuore. Ho lavorato presso l’Ulss 20 di Verona al Servizio di neuropsichiatria infantile e dell’età evolutiva. All'interno di questa struttura mi occupavo, presso il centro per l’aiuto psicologico ai bambini e agli adolescenti migranti, di bambini e famiglie provenienti da altre culture.

Prima di aprire il mio studio privato a Padova, inoltre, ho potuto mettere in pratica tutto quello che avevo imparato occupandomi principalmente, all’interno di uno studio condiviso a Verona, di fornire aiuto psicoterapeutico ai bambini e alle loro famiglie utilizzando l’approccio junghiano.

Come ho raccontato nella pagina dedicata al mio approccio non seguo tecniche o metodologie standard da applicare ad ogni paziente. Questo vale a maggior ragione quando mi viene affidato un bambino che manifesta un problema o un disagio. Quello che mi preme per prima cosa è stabilire una relazione con il bambino che mi permetta di instaurare con lui una comunicazione efficace. Al di là del sintomo che manifesta valuto la situazione di partenza, ovvero il contesto familiare e sociale in cui è inserito.

Il ruolo dei genitori nella psicoterapia dedicata ai bambini


Nel percorso di psicoterapia con il bambino i genitori hanno un ruolo fondamentale. Non solo il bambino, anche il genitore vive una trasformazione.
Anche se il focus della terapia è il bambino un obiettivo non secondario è quello di prendersi cura della relazione genitori/figli affinché sia il più possibile serena e sana e il bambino si possa sentire accudito e protetto nella sua crescita.

Psicoterapia con i bambini: qual è il mio approccio


Prima di iniziare un percorso di psicoterapia con il bambino conosco i genitori. In un secondo momento conosco il bambino. Incontro di nuovo i genitori ai quali racconto ciò che ho osservato e di conseguenza esprimo il mio parere professionale sul miglior percorso da seguire.
Se necessario, dialogo anche con la scuola e gli insegnanti del bambino per fornire loro gli strumenti e le strategie per aiutare il bambino nel suo percorso di cambiamento.
Per i bambini giocare, disegnare, manipolare del materiale è un mezzo naturale per esprimere le loro emozioni. A volte il mio studio si trasforma in un “campo di battaglia” ma sono tutte attività fondamentali che utilizzo per stabilire una relazione con il mio piccolo paziente e cercare di attuare una trasformazione nel suo mondo interiore.
Oltre al gioco utilizzo anche strumenti più formali come test specifici, ad esempio il test di Rorschach, da sottoporre al bambino e capire qual è la strada terapeutica migliore da intraprendere.

Psicoterapia con i bambini: in quali casi può essere d’aiuto


Il bambino che viene portato da me manifesta evidentemente una sofferenza, un disagio, una difficoltà emotiva che sfocia in un comportamento anomalo.

Alcuni sintomi possono essere:

  • nel bambino 0-3 anni difficoltà dell'addormentamento e del sonno, dell'alimentazione e del controllo sfinterico
  • stati ansiosi, angosciosi e paure del bambino
  • tic e impaccio motorio
  • il voler giocare solo con devices elettronici
  • troppa aggressività
  • fobia scolare, ovvero il non voler andare a scuola.

La psicoterapia è uno strumento molto efficace e affidarsi ad uno psicologo o psicoterapeuta senza aspettare troppo tempo è molto importante.
Talvolta, durante il percorso di psicoterapia con i bambini, emerge dai genitori la necessità di essere a loro volta sostenuti con un percorso di psicoterapia o psicoeducativo. È per questo che mi avvalgo di una rete di colleghi fidati sul territorio con la quale collaboro.
Ma entriamo nel merito di alcuni dei casi di cui mi occupo:

  • ADHD sindrome da disattenzione e iperattività L’ADHD è un disturbo neuropsichico che se trascurato può avere conseguenze sullo sviluppo del bambino. Come dice il nome si manifesta quando il bambino ha serie difficoltà a concentrarsi, difficoltà a stare in classe, oppure manifesta iperattività (in maniera non consueta) e ha difficoltà a controllare i suoi impulsi a livello verbale e gestuale con eventuale eccesso di rabbia o aggressività.
  • Difficoltà relazionali con i pari Già dalla scuola d’infanzia il gruppo dei pari assume un ruolo fondamentale nella vita e nello sviluppo del bambino. La difficoltà a fare amicizia o a relazionarsi in maniera accettabile causa sofferenza nel bambino e può influenzarne lo sviluppo e la fiducia nelle sue capacità.
  • Difficoltà di comportamento “Fare il genitore è il mestiere più difficile al mondo”. Quanta saggezza si cela nei detti di uso comune. Spesso la relazione con i propri figli al di là dell’affetto enorme che si prova per loro può essere fonte di enorme frustrazione e stress. Il mio lavoro è fornire al bambino e al genitore gli strumenti per gestire al meglio la loro relazione, ad esempio a risolvere i loro conflitti quotidiani senza cedere alla rabbia.
  • Depressione del bambino Lo stato depressivo non è esclusivo dell’età adulta come si può essere portati a credere. Ricordiamoci che il bambino non ha ancora gli strumenti per affrontare le “avversità della vita” come il trauma che può scaturire a seguito della perdita di una persona cara o la separazione dei genitori. È sicuramente un campanello d’allarme, soprattutto se il comportamento persiste nel tempo, il fatto che il bambino sia “troppo” tranquillo, fino ad essere apatico o, al contrario, iperattivo in maniera incontrollata.